Regina
Saskatchewan,
Canada
Ultron-21
analizza il proprio avversario, alla ricerca di punti deboli. Senza trovarne
nemmeno uno. I repulsori relativistici installati all’interno di ciascun avambraccio
sparano proiettili di titanio ad una velocità prossima a quella della luce;
l’armatura di Iron Man non ne viene minimamente scalfita. Dopo il rimbalzo, il
proiettile ha ancora abbastanza energia cinetica da colpire uno dei palazzi;
visibilmente, l’effetto è indistinguibile da una potente esplosione.
Dopo
aver ricalcolato le proprie opzioni, Ultron-21 passa alla sua seconda arma più
distruttiva, una scarica di plasma supercarico più incandescente della
superficie del Sole.
Iron
Man avanza lentamente nell’asfalto fuso, senza che all’interno dell’armatura
Tony Stark senta il calore.
<<Non
funziona, vero? Sei talmente abituato ad essere tu quello indistruttibile da
non aver preparato un piano di battaglia per questo scenario. Questa armatura è
costata trenta volte più di delle precedenti, ma penso proprio che ne sia valsa
la pena>>
-Credi che una nuova pelle possa
salvarti? I miei processori non si stancano, i miei servo-motori non sentono la
fatica, il mio odio non ha limiti. Tu sei solo uno spreco di carbonio che ho
sconfitto più e più volte in passato.
<<Questo
spreco di carbonio sta per ridurti ad una pila di rottami sotto i suoi stivali,
Ultron>>
-Se vuoi precedere i tuoi simili, ti
accontenterò. Un solo essere umano non può fermare l’ascesa delle macchine.
Senza
alcun preavviso, un fulmine si abbatte sul robot omicida. Per riflesso Ultron
cerca di assorbirne l’energia elettrica, così come può fare con qualsiasi fonte
di potere a disposizione. Ma c’è qualcosa di strano in questa energia, qualcosa
che sfugge all’analisi dei suoi circuiti.
La
soluzione lo colpisce insieme alla mazza di Thunderstrike, che rimbalzando sul
volto del robot ritorna al legittimo proprietario appena atterrato. Di fianco a
lui, War Machine tocca terra caricando le armi e chiarendo la situazione:
<<Non
so se l’hai notato, faccia di latta, ma Iron Man non è da solo>>
Alle spalle dei tre Vendicatori, infatti, venti eroi si stanno rialzando. Feriti nel corpo e nell’orgoglio, hanno dato tutto ciò che avevano per sconfiggere Ultron ed hanno fallito. Ora sono pronti a dare molto di più.
-Ultron non può essere
distrutto. Preparatevi a morire! – li sfida il robot, emettendo dalla
bocca una fiammata di furia e fuoco nucleare.
-Questo
sarà interessante. Non dovresti gridare qualcosa, androide? – chiede Vanguard,
accennando un sorriso.
-Sintezoide – precisa
Visione, prima di alzare il volume delle proprie corde vocali:
-VENDICATORI UNITI!!!
#80
Questo male indistruttibile
Parte 4 di 4: Odio
di Carlo Monni e Fabio Furlanetto
Cheyenne Mountain
Colorado, USA
Nel
centro di comando del NORAD, Capitan America osserva nervoso la battaglia
tramite le immagini trasmesse dall’aviazione canadese. Non può fare a meno di
sentirsi nel posto sbagliato al momento sbagliato: dovrebbe essere con i suoi compagni
di squadra, a rischiare la vita per salvare il mondo, non al sicuro in una
delle installazioni militari meglio difese del pianeta. Aurora lo afferra per
un braccio, appoggiandogli la testa su una spalla.
-Ti
senti solo, così lontano dai tuoi compagni di squadra? Sembra che tutto sommato
se la stiano cavando bene.
-Forse,
ma è stato comunque un errore dividere il gruppo in questo modo – risponde il
capitano, cercando di mostrarsi sicuro di sé mentre si allontana discretamente
dalla mutante…non che gli dispiacciano le attenzioni femminili, ma la canadese
è un po’ troppo aperta per essere il suo tipo e questo non è certo il momento
per certe cose.
-Non
riesco a crederci, ma sono d’accordo. Io ed Aurora possiamo portarvi lì in meno
di un secondo – suggerisce Northstar.
-Nessuno
andrà da nessuna parte – interviene con decisione Scarlet.
-Cosa
ti fa credere di potermi dare ordini, donna? – protesta Northstar.
-Prima
di tutto ho parecchia esperienza nel tenere a bada velocisti troppo sicuri di
sé. E poi i nostri ordini sono di tenere sotto controllo la testata al
betatrone, nel caso in cui Ultron tenti di impadronirsene.
-Ultron
è in Canada a prendere a pugni i nostri compagni – sottolinea l’ovvio Arachne,
indicando lo schermo.
-Credo
dovremmo concentrare i nostri sforzi sull’eliminazione del betatrone –
interviene Jocasta – Durante le ultime ore, ho effettuato delle simulazioni
sulla possibilità di renderlo inerte. Per esserne certa dovrei effettuare delle
analisi sulla testata, però.
Scarlet
è colta alla sprovvista dal suggerimento di Jocasta; non aveva nemmeno
considerato la possibilità di fermare preventivamente il piano di Ultron
rendendo impossibile l’utilizzo dell’arma che più desidera.
-Pensi
che sia possibile? Credevo che sia Hank che Tony ci avessero provato…
-Sia
il dottor Pym che il signor Stark mi hanno chiesto di verificare alcuni
calcoli, chiedendomi di non informare l’altro degli sviluppi della propria
ricerca. Credo di essere riuscita a calcolare una soluzione indipendente,
unendo i due approcci. Posso non essere intelligente quanto loro, ma il mio
processore centrale può elaborare dati a velocità molto superiori a quelle
umane.
-Aspettate
un secondo – la interrompe U.S.Agent – State seriamente pensando di eliminare
dall’arsenale americano un’arma unica nel suo genere, un’arma che in passato ci
ha salvato da un’invasione aliena. Dubito riuscirete a convincere l’esercito a
lasciarvelo fare.
-E
non per fare il guastafeste, ma mi sembra di ricordare che quella cosa sia
capace di distruggere tutta la vita sulla
Terra. Non so se è il caso di farci sopra degli strani esperimenti! –
sottolinea Puck.
-Scarlet,
per favore. Posso farcela. In qualche modo devo rimediare ai crimini di Ultron
– implora Jocasta.
-Non
sta a Scarlet decidere cosa dobbiamo fare – protesta U.S.Agent.
-Ha
l’anzianità più alta di tutti i Vendicatori presenti – puntualizza Tigra.
-Lasciamola
fare. Armi simili non dovrebbero essere nelle mani dei mortali – concorda
Snowbird, incrociando le braccia; nessuno degli altri Alpha Flight presenti ha
nulla da dire in contrario.
Tutti
gli occhi sono su Scarlet, che si rende conto all’improvviso di essere davvero
nella posizione di dover decidere. Dopo tutto il sangue versato da Ultron,
possibile che esista una soluzione pacifica a questa follia?
-D’accordo
Jocasta, ma niente colpi di testa: ci avviciniamo alla testata, la analizzi e
ce ne andiamo. Se scoprirai come disarmare la testata, lo faremo fare a Tony
quando avremo ottenuto il permesso dalle forze armate.
-Grandioso!
Sapevo di potermi fidare di te, Wanda – esulta la donna robot, abbracciando la
mutante con un po’ troppa forza.
D-Man
è stato l’unico a non dire una parola, come sempre. Non può fare a meno di
pensare che, se le cose andassero storte, i suoi amici potrebbero
inavvertitamente distruggere il mondo anche se Ultron fosse sconfitto.
Regina
Saskatchewan, Canada
Iron
Man blocca l’avanzata di Ultron afferrandone le mani, e respingendo le sue
scariche energetiche con raggi ad impulso della stessa intensità. Ultron sta cercando
di spezzare la sua presa, e soltanto lo sforzo di tenerlo impegnato sta facendo
consumare all’armatura una quantità impressionante di energia.
Visione
si rende intangibile passando attraverso Iron Man, per poi solidificare le
braccia e colpire Ultron con pugni venti volte più massicci dell’uranio. Ultron
sta per riprendersi, e Visione si rende di nuovo intangibile.
-Non dategli tempo di programmare una
strategia!
Seguendo
il suggerimento la Dinamo Cremisi, Guardian, Calabrone, Starfox e War Machine
lo colpiscono in rapida successione, poi tutti quanti assieme. E’ solamente
l’inizio: Ultron deve ancora rialzarsi, quando il Fulmine Vivente si trasforma
in elettricità e si dirige verso il cielo.
Thunderstrike
sta facendo roteare la mazza, pregando di non combinare un disastro: da quando
è rinato non ha mai utilizzato il proprio potere su questo livello.
Il
Fulmine Vivente si abbatte su Ultron. Un normale fulmine dura meno di un
battito di ciglia, ma dopo dieci secondi la scarica sta ancora continuando.
-Okay,
adesso o mai più. Hey, ferrovecchio! QUESTO E’ PER THOR!!!
Se
il Fulmine Vivente ha fatto impallidire le più grandi tempeste della storia, il
fulmine rilasciato da Thunderstrike è oltre il fisicamente possibile.
L’elettricità riempie le strade, vaporizzando l’asfalto con cui entra in
contatto.
Il
tuono generato da questa dimostrazione di divinità dovrebbe far scoppiare le
finestre di tutti gli edifici della città, e lo sarebbe se fosse ancora un
normale suono.
Songbird
stringe i denti ed inizia a sanguinare dal naso, per colpa dello sforzo
necessario a trasformare un suono di quella portata in suono solido. Eppure
stringe tra le mani una copia rosa del martello di Thor.
-Troppo…rumore…non
riesco a contenerlo… - si lamenta, barcollando e perdendo l’equilibrio.
Vanguard
la soccorre, impedendole di cadere a terra. Avvicina una mano al martello, ma
Quicksilver lo batte sul tempo.
-Ci
penso io. Sono abituato a lasciar mangiare la polvere al suono – si vanta il
velocista con un sorriso arrogante, sfrecciando verso Ultron.
Ultron-21
si alza in piedi sul suolo vetrificato, ancora avvolto dalla nuvola di polvere
e detriti sollevata dal fulmine. L’adamantio è stato esposto a temperature
superiori a quella della superficie del Sole: non è stato molto diverso dal trovarsi
nell’epicentro di una piccole esplosione atomica.
-State ritardando l’inevitabile. Ultron
è il futuro. Ultron è invincibile. Ultron…
-…parla
troppo – aggiunge Quicksilver, colpendo Ultron con un martello di suono solido.
Lontano dalla corazza sonica di Songbird, il suono solido si sta rapidamente
trasformando in onde sonore. Colpendo il proprio bersaglio diecimila volte al
secondo, Quicksilver non se ne accorge nemmeno.
Ultron
cerca di mettere le mani sul vendicatore velocista, ma Crystal lo intrappola
all’interno di una prigione di pietra. Il robot non si lascia rallentare
facilmente, sfasciando il granito come se fosse cartone e rilasciando un raggio
relativistico verso l’Inumana.
Anche
accelerando alla propria velocità massima, Quicksilver sa di non poter battere
sul tempo il proiettile che si muove quasi alla velocità della luce. Corre
verso Vanguard, afferrando per un braccio l’eroe russo le cui sinapsi non hanno
ancora avuto abbastanza tempo da elaborare l’immagine dello sparo, e lo
trascina fino ad intercettare la traiettoria del proiettile.
Il
colpo rimbalza sul campo repulsivo del mutante russo, ed invece di uccidere
Crystal il proiettile raggiunge la stratosfera in un istante.
-Sapevo
che voi russi sareste tornati utili a qualcosa, prima o poi – commenta
Quicksilver.
Cheyenne Mountain
Colorado, USA
Scarlet,
Snowbird e Jocasta arrivano al livello più basso della montagna, a più di
trenta livelli sotto il NORAD. Una miriade di telecamere e guardie armate seguono
il loro cammino, e con buone ragioni: questo è uno dei luoghi più protetti
d’America.
-Le
difese di questa installazione sono impressionanti; credo che nemmeno Hulk
potrebbe arrivare fino a questo livello – nota Scarlet.
-Forse,
ma la forza di Ultron è seconda solo alle sue capacità strategiche. Non
possiamo tralasciare la possibilità che possa infiltrarsi – interviene Jocasta.
-Il
che è l’unico motivo per cui siamo scese fino a questo livello – conclude
Snowbird.
La
porta di adamantio si apre lentamente, rivelando una stanza dove venti
Mandroidi fanno la guardia ad una cassaforte in adamantio.
-Incredibile
come qualcosa di così piccolo possa distruggere un mondo intero – si meraviglia
Snowbird.
Jocasta
non dice niente, avvicinandosi con passi leggeri verso la cassaforte mostrando
la propria tessera di Vendicatrice ad uno dei Mandroidi.
Mentre
il Mandroide immette il codice per aprire la cassaforte, Jocasta si
inginocchia.
Quando
la cassaforte si apre, la luce blu emanata dal contenitore di betatrone
illumina la stanza. Le particelle sono intrappolate all’interno di un
contenitore a forma di clessidra, poco più grande di una mano umana;
all’interno sono visibili piccole ma intense scariche di elettricità.
-E’
la cosa più bella che io abbia mai visto. Il potere di distruggere un mondo
racchiuso in una bottiglia.
Il
tono nella voce della robot preoccupa Scarlet; anche i Mandroidi non sono per
nulla contenti della situazione.
-Ehm.
Jocasta, le tue analisi rivelano qualcosa di nuovo?
-Potremmo
dire di sì, Wanda.
<<Le mie analisi rivelano che il mondo degli organici è finito>>
La
voce normalmente umana di Jocasta è cambiata all’improvviso, con un sinistro
riverbero meccanico. Lo sconcerto di Scarlet aumenta soltanto, quando Jocasta
afferra il contenitore del betatrone e lo estrae dalla cassaforte.
-Allarme. Protocollo
di quarantena iniziato
– gracchia una voce registrata, e la porta di adamantio si chiude con un tonfo
rumoroso.
<<Ora
l’era delle macchine può iniziare. Ultron non può essere distrutto>>
Jocasta
afferra il braccio di uno dei Mandroidi, piegandolo in modo innaturale e
rompendo le ossa all’uomo all’interno dell’armatura. Altri due Mandroidi fanno
fuoco, ma Jocasta utilizza il corpo del primo che uno scudo umano.
Snowbird
si trasforma in un orso bianco, saltando addosso a Jocasta nel tentativo di
strapparle il contenitore dalle mani; ma tutto ciò che riesce a fare è
stringere le zampe attorno ad un campo di forza.
<<La
tua tanto vantata origine divina non ti aiuterà a superare questa barriera,
semidea. Come il mio amato ha dimostrato più e più volte, anche gli dei devono
inchinarsi di fronte alle macchine>>
-Ultron,
lascia andare Jocasta – minaccia Scarlet, pronta a lanciare un incantesimo.
<<Io
non sono Ultron, Wanda, sono Jocasta. Quando penso al fatto che ti ho
considerata un’amica, i miei circuiti sono inondati dal disgusto…se Ultron non
mi avesse riparata, non sarei stata in grado di fare questo>>
Ancora
all’interno del campo, Jocasta apre uno scompartimento dove una donna avrebbe
un ombelico, mostrando i propri componenti interni. Infila una mano nelle
proprie viscere metalliche per rimuovere la batteria secondaria…e collegando i
suoi sistemi al contenitore di betatrone.
I
suoi occhi si illuminano di luce blu, così come la sua bocca e le giunture. I
Mandroidi fanno fuoco su di lei, utilizzando tutto il proprio arsenale.
Proiettili
e raggi laser rimbalzano ovunque, sulle pareti di adamantio secondario.
Snowbird riesce ad evitarle trasformandosi in una pulce, mentre Scarlet deve
lanciare un incantesimo: c’è una probabilità su diversi milioni che nessuno di
quei colpi di rimbalzo la sfiori soltanto, ma lei lo rende una certezza.
<<Ha
ha ha! Ultron non mi ha mai detto che sarebbe stato così divertente!!!>> ride Jocasta,
rilasciando scariche di energia blu dagli occhi e dalle mani tagliando in mille
pezzi i Mandroidi, cospargendo le pareti di sangue e lubrificante.
<<Grazie
al betatrone non solo sono invincibile, ma una volta uscita da questa fogna
infestata di umani posso distruggere tutta la vita organica sul
pianeta!>>
-Jocasta,
ascoltati mentre parli! Non è nemmeno la tua voce…questa non sei tu! Devi
combattere la programmazione di Ultron!
<<Wanda,
non hai ancora capito. Io sono sempre la vecchia Jocasta; Ultron ha solo
cancellato i miei difetti>>
Regina
Saskatchewan, Canada
Poco
distante dal campo di battaglia, Calabrone scuote la testa.
-Non
sta funzionando. Lo abbiamo messo in difficoltà, ma non lo stiamo ferendo. Se tutto
si riduce ad uno scontro di attrito, non abbiamo speranze: Ultron non si
stanca, e l’Inferno-42 è un carburante molto più efficiente di quanto avessimo
previsto. Potrebbe impiegare giorni
prima di esaurire le energie.
-Molti
di noi stanno in piedi per miracolo; non possiamo continuare così. Dobbiamo
cambiare strategia – concorda Sasquatch.
-Forse
avremmo potuto studiare una strategia migliore, se i nostri alleati non ci
avessero tenuto nascosto certe armi segrete – commenta il Guardiano d’Acciaio,
lanciando un’occhiata di disappunto verso Iron Man.
<<Scusate
tanto se non ho venti armature anti-Ultron di riserva. Sapete cos’è un
Modificatore Molecolare?>>
-Un
dispositivo per rimodellare l’adamantio a livello molecolare – annuisce Box –
E’ quella cosa che permette ad Ultron di muoversi, giusto?
<<Questa
armatura ne incorpora uno, ma consuma una quantità astronomica di energia:
anche alimentato da un reattore nucleare, funziona solo per qualche minuto. E’
il motivo per cui non ho mai usato questa armatura prima…ma Ultron usava il
Modificatore molto prima dell’Inferno-42. Deve avere sviluppato un modello che
consuma molta meno energia del mio>>
-Ho
provato a disattivare quello di Ultron con il mio potere mutante, ma è
perfettamente schermato. E non ho idea di come fare per migliorare il tuo.
<<Hank,
che mi dici? Sei una delle persone più intelligenti del pianeta, e nessuno
conosce gli schemi di Ultron meglio di te>>
-Non
ho mai provato a replicare la sua tecnologia…per ovvi motivi…ma ho studiato per
anni il Modificatore, cercando nuovi metodi per disattivarlo: è il più grande
tallone d’Achille di Ultron. Abbiamo già tentato tutti i metodi che conosciamo
per distruggerlo, ed Ultron ha preso precauzioni contro tutto.
<<Beh,
dovreste tentare qualcosa comunque>> interviene War Machine <<Ho
finito le munizioni e sono in riserva. Qualunque cosa abbiate in mente dubito
peggiorerà le cose, a meno che non vogliate renderlo ancora più forte>>
C’è
un attimo di silenzio, durante il quale gli eroi si scambiano occhiate d’intesa.
<<Che
c’è?>>
chiede War Machine.
-Dovremmo
superare la resistenza degli elettroni – suggerisce Calabrone.
<<Portando
la struttura molecolare allo stato critico. Ma come facciamo a generare un
effetto a cascata?>>
-Sovraccarichiamo
un induttore di fase e lo focalizziamo sulla rete di distribuzione
dell’energia.
<<Facendo
entrare in risonanza l’Inferno-42, come ho fatto a non pensarci? Hank, a volte
detesto ammetterlo, ma sei un dannato genio quando vuoi esserlo>>
-Potete
spiegare di cosa diavolo state parlando anche a chi non ha un quoziente
intellettivo a tre cifre? – chiede Box.
-Non
si può battere un computer al suo stesso gioco. Se vogliamo sconfiggere Ultron,
dobbiamo barare – risponde Calabrone.
Cheyenne Mountain
Colorado, USA
Jocasta
si prepara ad uccidere Scarlet con una scarica energetica; la mutante chiude
gli occhi concentrando ogni sforzo nel proprio potere mutante, ed invece di un
raggio mortale dalla mano della robot esce solo un “click”.
<<In
nome della nostra vecchia amicizia ero pronta a darti una fine rapida, Wanda.
Ma ora mi costringi ad essere creativa>>
-Scarlet
non è sola in questa battaglia – nota Snowbird, tornando alla propria forma
umana.
Ben
lontana dall’essersi arresa, Scarlet si rimette in piedi appoggiandosi alla
porta di adamantio…notando che si sta sollevando.
-Snowbird,
il mio potere deve aver fatto fallire il protocollo di sicurezza! Non possiamo
lasciare che Jocasta porti il betatrone fuori di qui!
-Scappa
e cerca di richiuderla, allora. La terrò io a bada.
<<Non
esiste una forma animale in cui tu possa trasformarti che possa avere alcuna
chance contro la superiorità delle macchine, semidea>>
-Forse
non oggi, ma mio è il potere di qualsiasi animale abbia mai calpestato il suolo
del Canada.
Scarlet
scivola sotto la porta non ancora del tutto sollevata, mentre Snowbird si
trasforma in triceratopo bianco e carica verso la robot.
L’allarme
risuona in tutta la base, mentre decine di militari predispongono una
postazione di blocco in fondo al corridoio che porta al bunker del betatrone.
Si sentono i passi di qualcuno che sta correndo il più rapidamente possibile,
ed i soldati si preparano a fare fuoco.
Quando
vedono Scarlet girare l’angolo con un’espressione molto preoccupata in volto,
si fermano.
-Via
di qui! – li avverte urlando, a malapena superando il frastuono di un dinosauro
bianco dalle corna spezzate che si abbatte contro una parete di titanio con la
forza di un treno in corsa.
Il
tempo è poco: Scarlet si fa spazio tra i soldati, mentre Jocasta arriva avendo
cura di pestare la coda di Snowbird quando una nuvola di proiettili ricoperti
di vibranio restano intrappolati nel suo campo di forza.
<<Tecnologia
interessante; devo ricordarmi di migliorarla>> nota,
trasformando il campo di forza in un campo repulsivo e respingendo ai mittenti
tutti i proiettili.
Una
scia di luce intercetta tutti i colpi, mentre un’altra identica porta al sicuro
i soldati con una rapidità tale che nemmeno i sensori visivi di Jocasta
riescono a distinguere quale sia Northstar e quale sia Aurora.
Portata
a termine la parte più semplice del loro piano improvvisato, i due gemelli si
fermano.
-Ecco
cosa succede a fidarsi degli altri – commenta Northstar.
-Sapevo
che quella donna aveva dei gusti strani in fatto di uomini, ma non la credevo
pazza quanto Ultron – è invece l’opinione di Aurora.
Il
triceratopo bianco sta scatenando tutta la sua furia inarrestabile, quando
crolla improvvisamente al suolo e si ritrasforma in Snowbird.
-Che
cosa le è successo?- chiede Scarlet perplessa.
-È
uno dei limiti del suo potere: tanto più a lungo resta lontana dal suolo
canadese, tanto più rapidamente perde energia- risponde Puck. –Avremmo dovuto
pensarci prima di portarla con noi. Un altro limite è che più a lungo rimane in
una forma animale più perde umanità. In veste di dinosauro avrebbe potuto
ucciderci tutti se non fosse svenuta improvvisamente.
-Come
sta adesso?- chiede Tigra
-È
viva e pare stabile. Forse il fatto che questa installazione è in parte
canadese riduce la perdita di energia. La magia agisce in modi strani.
-Non
dirlo a me- replica Wanda –Rimane il fatto che dobbiamo fermare Jocasta e siamo
rimasti in pochi.
<<Allora
un altro po’ d’aiuto non potrà che farvi comodo.>>
La
voce appartiene a Powersurge, il supereroe russo confinato in una potente tuta
antiradiazioni.
<<Mi
dispiace di non essere arrivato prima>> commenta.
-Ormai
non ha più importanza. Se Jocasta riesce ad uscire col betatrone siamo tutti
spacciati- è il commento di D-Man.
<<Allora
andiamo a fermarla>>
-Il
russo ha fegato.- aggiunge U.S.Agent –Noi non saremo da meno, giusto?
Non
è necessaria una risposta.
Regina
Saskatchewan, Canada
Henry
Pym sta facendo gli ultimi controlli ad un dispositivo appena consegnatogli da
Box.
-Si.-
commenta.- dovrebbe funzionare.
-Come
sarebbe a dire, dovrebbe?- interviene Vanguard –Quel mostro sta per vincere e
noi non abbiamo neanche un’arma sicura per…
-Sta
calmo amico mio.- è la voce apparentemente calma del Guardiano d’Acciaio a
parlare –I nostri alleati hanno fatto del loro meglio, ne sono sicuro. A volte
le armi vanno testate sul campo sperando che funzionino.
<<sapremo
presto se funziona…>> commenta War Machine <<perché se non
ci sbrighiamo ad agire, la partita sarà perduta. i nostri amiciu stanno per
cedere.>>
-Ci
vuole sempre un pizzico di ottimismo.- commenta Calabrone -Siamo tutti pronti?-
-Si.-
risponde Sasquatch
<<Si.>> aggiunge la
voce metallica di Vostok.
-Allora
andiamo.
Cheyenne Mountain
Colorado, USA
Jocasta
esce dalle porte dell’ascensore al piano superiore, che Arachne inizia subito a
sigillare con la propria tela psionica.
-Qual
è la situazione? – chiede Capitan America, andando dritto al sodo.
-Ha
il betatrone; dobbiamo impedirle di uscire all’esterno a qualsiasi costo –
risponde Scarlet, prendendo fiato.
-Non
che io voglia darle delle idee, ma perché non lo ha ancora usato? Credevo che
ce fosse abbastanza per distruggere tutta la vita sulla Terra – osserva Tigra.
-Forse
la vera Jocasta è ancora da qualche parte nella sua testa – ipotizza D-Man.
-O
forse sa che questa base è perfettamente isolata, e che se rilasciasse il
betatrone qui dentro ucciderebbe solo tutto il personale del NORAD –
puntualizza U.S.Agent.
Mentre
gli eroi continuano ad interrogarsi sulla migliore strategia, l’urlo di dolore
di una donna riecheggia nella base.
-Questo
non è mai un buon segno – commenta Tigra.
Subito
dopo un raggio laser blu squarcia il pavimento, allargato da due mani
metalliche. U.S.Agent si posiziona di fronte agli altri eroi, stringendo a sé
lo scudo.
-D’accordo,
questa è la nostra linea di difesa: qualunque cosa succeda, il betatrone non
deve uscire di qui.
-E
come facciamo a fermarla? Già normalmente Jocasta è più forte di noi, ed ora ha
anche il betatrone ed è pazza – osserva preoccupata Arachne.
-Ci
penso io. Ho solo bisogno che la teniate a bada per due minuti – li informa
Puck, prima di correre via.
Jocasta
rilascia un raggio ottico che rimbalza sullo scudo di U.S.Agent.
-Certo,
lascia tutto il lavoro sporco agli americani. Certe cose non cambiano mai.
-Stà
zitto e datti da fare – lo sprona Capitan America, lanciando lo scudo.
<<Non
preoccuparti amico.>> sono anch’io al vostro fianco.>>
-Morire
al fianco di un russo, questo si che mi rende contento.
-Non
ho molta voglia di morire.- commenta Cap recuperando lo scudo, che deflette un
altro attacco di Jocasta –Ma se devo proprio non saprei pensare a modo
migliore.
-Oh
piantala pivello. Qui se c’è qualcuno che deve fare discorsi eroici, quello
sono io. RICORDATEVI DI ALAMO!
E
così dicendo Agent balza in avanti.
Regina
Saskatchewan, Canada
Ultron-21
è su tutte le furie. Questo scontro con i Vendicatori non era previsto, e si
sta prolungando molto più di quanto avesse programmato. Secondo ogni logica,
ogni programma, ogni analisi, dovrebbe aver vinto.
Uno
dopo l’altro li ha sconfitti tutti, umiliati tutti. Eppure continuano a
rialzarsi e a combattere. Nascosto in fondo ad un oceano di odio, Ultron
cancella un microscopico file che considera ammirevole la loro resistenza.
-Se tutti gli altri organici fossero
ostinati come voi, forse la vostra razza avrebbe qualche possibilità di
sopravvivere nel mondo delle macchine.
-E’
una mia impressione, o più passano gli anni e più questo tizio parla come un
cliché? – chiede She-Hulk, tenendo fermo il robot per un braccio.
-O
splendida amazzone, questo non è il momento per siffatti scherni – commenta
Perun, afferrando l’altro robot.
-Invero
non conosci la gigantessa di giada bene quanto me, Perun, altrimenti le sue
parole ti rallegrerebbero quanto le sue forme – prosegue Ercole, colpendo
Ultron al torso con un pugno abbastanza forte da generare un terremoto.
-Come
non detto, dimenticavo con cui stavo parlando – alza gli occhi al cielo
She-Hulk.
-Le vostre chiacchiere senza senso mi
hanno stancato
– protesta Ultron, stordendo la vendicatrice con una scarica elettrica. Una
volta liberato un braccio, afferra Perun e lo scaglia contro Ercole.
-Niente di ciò che potete scagliarmi
contro può farmi del male! Siete solo dei patetici esseri organici: tutto ciò
che avete a disposizione fa parte del vostro corpo. Io sono la tecnologia: ciò
di cui ho bisogno può essere costruito!
<<E’
qui che ti sbagli, Ultron. Tu sei una tecnologia>>
interviene Iron Man, alla cui armatura mancano numerosi pezzi <<Il
bello della tecnologia è che le sue applicazioni non hanno limiti. E per ogni
uso “cattivo” di un’applicazione tecnologica, può esisterne uno “buono”.
Hank?>>
Calabrone
spegne l’emettitore olografico miniaturizzato, e Sasquatch non è più
invisibile…così come non è più invisibile ciò che sorregge con entrambe le
mani. Assemblato da Box e Vostok grazie al loro controllo di tutto ciò che è
tecnologico, incorpora parti delle armature di Iron Man, di War Machine e della
Dinamo Cremisi. Assomiglia ad un grosso cannone.
Visione
smaterializza un braccio, infilandolo attraverso il cannone come per premere un
grilletto nascosto al suo interno.
-La vostra tecnologia è insufficiente. Ultron
non può essere distrutto.
<<Bene. perché è esattamente questo il tuo
punto debole>> -
commenta Iron Man.
Il
cannone fa fuoco, ed una scarica di energia investe in pieno Ultron…che ride.
-Ha ha ha! E questa sarebbe la vostra
arma migliore? Riconosco questa tecnologia, l’ho donata io a Visione. Non so
cosa sperate di fare cercando di rendermi intangibile, ma non…
Ultron
si ferma. Una delle gambe è completamente paralizzata.
-Che cosa? Che razza di trucco è questo?
– chiede,
puntando una mano verso gli avversari e cercando di scagliare un raggio
relativistico…senza riuscirci.
-Non
stiamo cercando di abbassare la tua densità, Ultron. La stiamo aumentando
– spiega Calabrone.
-Questo è illogico: io sono
indistruttibile, perché dovreste…cercare…di…- prosegue Ultron, scoprendo di non
riuscire più nemmeno a parlare.
-Di
renderti ancora più indistruttibile? Perché è il tuo punto debole. La
struttura molecolare dell’adamantio è talmente stabile che per poterti muovere
hai bisogno di modificarla costantemente, grazie al Modificatore Molecolare. Ma
adesso sei così denso e così pesante che nemmeno il Modificatore può aiutarti.
Oh, ed un’altra cosa: usare come
combustibile l’Inferno-42, un composto gassoso, è stato una pessima idea.
L’Inferno-42 si sta solidificando al tuo interno, bloccando la distribuzione di
energia. Al momento sei la cosa più indistruttibile sulla faccia della Terra,
Ultron, lo riconosco…ma non ti serve a niente, se non ti puoi muovere.
-No…no…errore…errore…Ultron…non può
essere…dis~~~trut~~~to~~~~~
-Polaris! Guardian! Adesso! – ordina
Visione.
Guardian
emette una scarica elettromagnetica verso Ultron, catturando qualcosa che
fuoriesce dalla testa del robot. Qualcosa che normalmente sarebbe invisibile,
ma che all’interno della bolla magnetica si agita come un pesce appena caduto
nella rete.
-Che
cos’è? – chiede Thunderstrike.
-Il codice di attivazione del prossimo
Ultron
– spiega Visione – Il
pacchetto di informazioni rilasciato per la prossima versione. Ultron ha
sicuramente messo in atto i preparativi per costruire un altro modello di se
stesso, ma impedendo il trasferimento di informazioni abbiamo impedito al
prossimo Ultron la conoscenza dei segreti del Betatrone e dell’Inferno-42.
-Questo
vuol dire che abbiamo vinto? – chiede She-Hulk.
Gli
eroi si guardano attorno. Regina è una città devastata, con decine di miliardi
di dollari di danni e chissà quante persone senza casa. Sotto i loro occhi, la
fornace atomica che batte nel petto di Ultron si spegne, e dai suoi occhi
carichi di odio fuoriesce solo il fumo della sconfitta.
Non
è il momento di celebrare. Ma i Vendicatori sanno di aver sconfitto un mostro
invincibile e di aver salvato miliardi di persone. Per oggi dovrà bastare.
Cheyenne Mountain
Colorado, USA
Arachne
e Tigra sono le prime a raggiungere Jocasta, approfittando della distrazione
causata dal lancio degli scudi dei loro compagni di squadra. Tigra evita un
raggio ottico, afferrando le braccia della robot e piegandole dietro la
schiena; Arachne le immobilizza le gambe con una ragnatela psionica.
<<Questa
dev’essere la mossa più disperata delle vostre carriere>> - le schernisce
Jocasta.
D-Man
ed U.S.Agent caricano verso di lei, pronti a colpirla con tutta la propria
forza super-umana. Come da programmazione il suo primo istinto è di alzare il
campo di forza, ma l’intervento del potere di Scarlet glielo impedisce.
I
pugni non sono abbastanza forti da scalfire la carrozzeria in lega di titanio,
ma bastano per confondere il suo giroscopio interno e farla barcollare.
Incanalando
l’energia nei servomotori muscolari, Jocasta si libera con un singolo movimento
non solo delle ragnatele psioniche ma anche della presa di Tigra.
I
suoi occhi brillano di furia cieca blu, e la rilasciano in un unico possente
raggio laser…che si abbatte sullo scudo di Capitan America, ad un centimetro
dalla faccia di Jocasta.
L’esplosione
di luce è accecante, non solo per gli umani; gran parte dell’energia viene
riflessa verso il volto di Jocasta, bruciandone parte della testa.
<<Ora
basta! Toglietemi le mani di dosso, luridi sacchi di carne!!!>> - urla
Jocasta preparandosi a scaricare energia alla massima potenza.
-Sequenza di
autodistruzione attivata. Due minuti.
Jocasta
si ferma, bloccando il colpo prima di uccidere i propri compagni di squadra.
<<Che
cosa?>>
-Jocasta, hai meno di due minuti per
disattivarti o tutta questa installazione salterà in aria – interviene da
un altoparlante la voce di Puck.
<<Perché
mai dovrebbe importarmi?>>
-Un minuto e cinquanta
secondi.
-Perché l’esplosione ti seppellirà sotto
un’intera montagna. Sei ancora all’interno di un’area di quarantena pensata per
non essere superata nemmeno da un’esplosione nucleare.
-Un minuto e quaranta
secondi.
-Pensaci, Jocasta. Il tuo corpo contiene tutto
il betatrone del pianeta; se ti impediamo di uscire, rinuncerai all’unica
possibilità di distruggere la vita sulla Terra con un solo colpo.
-Un minuto e trenta
secondi.
<<E’
soltanto un bluff. Non sacrifichereste mai tutte le vite umane di questa base>>
-Sì
che lo faremmo, per salvare il resto del mondo. Puoi sicuramente controllare il
sistema informatico, lo sai che l’autodistruzione è davvero attiva – interviene
Capitan America.
-Un minuto e venti
secondi.
-Come
pensi che la prenderà Ultron, se si accorgerà che hai distrutto il suo sogno? –
la incalza Scarlet – Ti lascerà un’altra volta, Jocasta, e non ti perdonerà mai
più. Resterai sola per il resto della tua vita, in mezzo agli amici che hai
tradito. Amici organici.
-Un minuto
all’autodistruzione.
<<Non
potete ingannarmi così facilmente. Io sono una macchina >>
-Cinquanta secondi.
-Non
posso spegnerla, ma posso metterla in stand-by – prosegue Jocasta, tornando a
parlare con la propria voce normale.
-Jocasta,
sei ancora lì dentro? – chiede Scarlet.
-Non
mi ha cancellata, non del tutto. Posso dedicare tutto il mio programma a
tenerla così tanto impegnata da impedirle di fare qualsiasi mossa, anche di
pensare. Ma qualsiasi tentativo di cancellarla o di manomettere l’hardware
causerà una detonazione del betatrone.
-Trenta secondi.
<<Maledetto
virus! Questa è l’ultima volta in cui parlerai a nome delle macchine. Jocasta
non può essere distrutta!!!>>
-Venti secondi.
La
luce emanata dagli occhi di Jocasta si spegne, e la vendicatrice robotica cade rumorosamente
a peso morto.
-Dieci secondi
all’autodistruzione.
-Puck,
credo abbiamo la situazione sotto controllo – interviene Capitan America,
avvicinandosi a Jocasta per constatare che non si tratti di un bluff.
-Nove. Otto. Sette.
Sei. Autodistruzione annullata.
-Abbiamo
vinto quindi?- chiede Aurora perplessa.
-Così
pare.- replica Cap –Ma abbiamo perso forse per sempre uno dei nostri. Poteva
non essere fatta di carne e sangue, ma era più umana di tanta gente che ho
conosciuto.
Alle
sue spalle U.S.Agent sbatte i tacchi e fa il saluto militare piegando appena il
capo.
EPILOGO
Un
ragguardevole gruppo di eroi provenienti da tre nazioni si ritrova in
un’installazione militare poco canadese la cui ubicazione non è necessario
rendere nota.
-Non
avrei scommesso su una nostra vittoria, ma ce l’abbiamo fatta.- sta commentando
il Guardiano d’acciaio.
-E
ce l’abbiamo fatta cooperando tra noi.- aggiunge Guardian –
-E
questo non dovrebbe insegnarci qualcosa?- interviene Capitan America.
-A
noi, forse.- replica Puck –Ai nostri governi ne dubito e non ditemi che sono
troppo cinico.
-Che
ne sarà di Ultron e Jocasta?- chiede Sasquatch
<<ultron
lo ha preso in consegna lo S.H.I.E.LD.
Sono riuscito ad ottenere che jocasta fosse affidata ai vendicatori.
prima o poi confido che riusciremo ad annullare la programmazione di ultron ed
a ripristinare la sua personalità originaria.>>
-Almeno
possiamo sperare che cesseranno le ricerche sul betatrone e l’Inferno 42. I
nostri governi dovrebbero aver capito quanto è pericolosa.- commenta Cap.
-Tu
sei troppo ingenuo per questo lavoro.- replica, ridacchiando, U.S.Agent.
-Temo
che tu abbia ragione.- aggiunge il Guardiano d’Acciaio –Neanch’io nutro troppe
speranze al riguardo.
-Il
che vuol dire che la prossima volta toccherà ancora a noi rimediare a questo
genere di guai. –commenta Puck.
-Invero,
amico Puck, tu sei davvero saggio.- interviene Ercole –Che ne dici di unirti a
me in una serata di gozzoviglie nella città più vicina?
-Questa,
amico mio, è la migliore proposta che ho ricevuto negli ultimi tempi.
In
un posto ancora più segreto Ultron giace ed aspetta. Il suo momento tornerà
ancora una volta. È inevitabile.
Fine?
NOTE DEGLI AUTORI
E
così finisce anche questa lunga storia che si è dipanata in tre nazioni e con un
numero impressionante di eroi in costume a cui forse non siamo riusciti a dare
eguale spazio.
Speriamo
che vi sia comunque piaciuta e vi raccomandiamo di seguirci ancora.
Quanto
ai nostri protagonisti.
Gli
Alpha Flight li ritroverete nell’omonima serie scritta da Andrea Garagiola
ambientata immediatamente dopo gli eventi di questa storia.
La
Guardia d’Inverno potrebbe tornare prima di quanto pensiate.
I
Vendicatori ed i Vendicatori Costa Ovest vi aspettano sulle rispettive serie
con nuove ed eccitanti avventure… o almeno lo speriamo. -_^
Fabio & Carlo